A finire sotto processo è un uomo trovato in possesso, tra l'altro, di fumetti riproducenti rapporti sessuali incestuosi tra adulti e minorenni e di due fotografie ritraenti minorenni che mostrano le parti intime. Secondo i Giudici di merito il quadro probatorio è inequivocabile; prima in Tribunale e poi in Corte d'appello è stata sancita la condanna dell'uomo poiché ritenuto colpevole di detenzione di materiale pedopornografico. Nel ricorso in Cassazione, però, la difesa fa leva sui fumetti e sui manga rinvenuti in possesso dell'uomo. Su questo punto, in particolare, secondo la difesa è stata accolta in Appello «una nozione di pornografia virtuale» che supera quella contenuta nel Codice penale. Infatti, il reato p.p. ex art. 600-quater c.p. sanziona chi «detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori degli anni 18», reato questo mai contestato secondo la difesa, poiché «le immagini in possesso dell'uomo non potevano indurre alcuno a ritenere reali le situazioni rappresentate». Per Giudici di Cassazione, però, le obiezioni difensive miranti a mettere in dubbio la condanna dell'uomo sotto processo, sono assolutamente fragili. In prima battuta viene sottolineato il (...).
Fonte: Diritto e Giustizia